Negri Maria (1908 - 1995) - Poetessa - Maestra, poetessa, scrittrice, abitava nella scuola elemetare di Piè di Via. La scuola è stata il centro della sua vita, ha scritto libri di racconti e poesie per grandi e bambini, ottenendo riconoscimenti a Roma, Parma, Venezia, Campobasso. Premiata con la medaglia d'oro in Campidoglio nel giorno del Columbus Day, "Premio di Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri per la letteratura infantile". La sua poesia "La Vita" è stata letta e poi tradotta in Giapponese dalla cantante lirica Yaeko Ito. Commoventi sono le poesie "Lo so lo sento" e "Per Armida" dedicate alla figlia Armida.

 Alcuni dei suoi libri:

1965 Il penitenziere del convento
1973 Guardo di Pervinca poemetti atossici "Poesie"
1977 Quaquerellando "Quaderni di scuola"
1978 Tempesta di Anime "Novelle"
1979 Italino Piantarose "Racconto"
1981 Salire "Poesie"
Questo strano mondo
Nonna Nerina racconta

Lo so lo sento (Per Armida) 
Se io non tornassi, o mia Figliola
che di continuo
guardi all’uscio d’entrata
quando ti lascio sola;
se non sedessi più con te
ai pasti quotidiani
od allungando
— come usi fare —
le tue belle manine inoperose
non mi sentissi più
accanto a te
a riposare
tu, che a me, ognor, dappresso
sempre ignara del mal
che il mondo preme
vivesti e vivi
quale garrulo uccello
in costante sol di primavera
— lo so, lo sento —
ben presto esaleresti l'ultimo respiro.
E, il candido tuo spirito
ricalcherebbe d’istinto
— come rondine che torna al nido amato —
lo spazio dal mio già percorso
per raggiungerlo
anche fra le più remote stelle
ché, senza di ciò
l'eterno gaudio non avvertirebbe.
E, pieno lo sento
sarebbe il consenso
dell’onnisciente Cristo-Dio
che affidando Giovanni
— il più giovane degli apostoli —
a Maria Celeste
indicò chiaramente
che la madre resta
dovunque e ognora
— anche in Paradiso —
sostegno e sorriso
dei figli suoi. 

Per Armida
la mia figliola handicappata

Mai lagrime più amare
ebbe il mio cuore
di quando, Armida
con immenso amore
in grembo ti portavo
ché, proprio allora, in me
s’incenerivano
— il fulmine incenerire può
il più ardito ramo
ogni mio sogno
ogni mio slancio vitale.
E nascesti prematura.
E tuo Padre, tosto moriva
lasciandomi te
unico dono
quale uccellino implume
e con debole respiro.
Fu, allora, però
che dalle ceneri ardenti
dei miei onesti sogni d’amore
prepotente, germinò una forza nuova
E a te m’avvinsi
e fusi il mio col tuo respiro.
E scudo ti feci: contro tutto e tutti
Che importa
se la bambola, ancor non abbandoni
pur se per anni ti sei fatta adulta
se ti trastulli con le figurine
e ritmi e canzoni ascolti
a non finire?
Non è l'infanzia una stagione beata
allor che una madre
la scalda e la rischiara?
Tu, lieta vivi, timorosa
sol restando
d’ogni mio altro affetto.
Ma, la tua Mamma
per risparmiarti ogni possibil pena
olocausto ti fece
del suo tempo migliore
ed ancora vivrà per te
soltanto per te sola
ché innocente sei tu
come limpido rivo
come candido fiore.
E per questo tuo candore
per questa tua infanzia
senza fine
con ansia accorata
e pur con fidente cuore
ogni giorno, o mia Armida
l'aiuto invoco
dei nostri Morti
e del Signore.

La Vita

Strada di svolte impreviste
e conseguenti nuovi orizzonti
in luce, ognora, di aurora-tramonto
la vita
E ostinato e vano desìo
di verità assolute
di frateno e dilatato amore
sotto il mistero
che non muore
de l'universo palpito stellato.

Scuola comunale di Contignaco - Arte povera a Salsomaggiore

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