Emerenzio Davalli (Reggio Emilia, 1877 - Cesenatico, 16 agosto 1946)Emerenzio Davalli (Reggio Emilia, 11-11-1877 - Cesenatico, 16 agosto 1946) - C’è una via Davalli a Salso. La s’incontra a destra, dopo la chiesa di Sant’Antonio, percorrendo viale Matteotti verso il centro. Una targa reca un cognome, non una data, non altri indizi volti a individuare a chi è in­titolata e perché. Per sapere chi fosse Davalli si deve raggiungere il camposanto, oltre l'area centrale dell'edificio, scesa la breve scala che segue il pendio della collina, a destra ci s'imbat­te in un loculo che spicca per antichità di data.

Davalli si chiamava Emerenzio, dal latino emerens («meritevo­le») uno di quei nomi senza santi sul calendario in uso un tempo in Emilia. Il volto ripro­dotto sulla lapide è quello di un uomo anziano dal vigore mite e lo sguardo leale. L'epigrafe dice della fede in un'idea in tempi bui, dell’onestà, di un sindaco amato come un padre. Chi la scrisse interpretò un sentimen­to condiviso. Il sindaco mori il 16 agosto del 1946, lasciando «eredità d'affetti» e stima.
Non era salsese Davalli, lo di­venne. Era nato a Reggio Emilia nel 1877. Adolescente, compare in un olio di Augusto Mussini tra i soci fondatori della Coo­perativa Pittori e Decoratori di Reggio fondata nel 1890. Pochi anni dopo, la matita del suo maestro, Cirillo Manicardi, evi­denzia i tratti di un volto acer­bo, percorso da una riflessività inquieta. È la Reggio di Prampolini e degli inizi del socialismo, dell'esordio dei movimenti cooperativistici e del vitalismo della Belle Epoque la città in cui muove i primi passi Davalli. L’esperienza in seno alla Coo­perativa, luogo di lavoro e formazione, in cui artisti di fama si affiancano ad artigiani in nome di un credo politico, diviene pa­radigmatica dell'agire per e nella collettività. E’ il momento in cui l'Art Nouveau permea ogni espressione creativa; in archi­tettura la decorazione assume un ruolo dominante. Per Emerenzio, trentenne e di provata capacità, si profila un incarico impegnativo e prestigioso in una promettente Ville d’Eaux Salsomaggiore.
La Cooperativa vi apre una filiale e gliene affida la direzione. Non agile ricostruire la crono­logia dei numerosi lavori eseguiti dai soci in edifici pubblici e privati della città. Dai documenti dell'archivio comunale emerge che Davalli risiede con la famiglia dal maggio 1908 in viale Romagnosi vicino al Cen­tral Bagni dove, quell'anno, è at­tivo il cantiere per i decori della sala da pranzo. Opera di maggior pregio i pannelli che Cirillo Manicardi, direttore artistico della Cooperativa, si offre di creare, forse in nome dell'amicizia che lo lega all’ex allievo. Nel ‘20 la Cooperativa rinuncia alla filiale e Davalli la rileverà guidandola fino al ’46. I primi anni a Salso segnano un rinnovato impegno politico. So­cialista dal 1895, nel ‘14 è segretario della sezione locale. A bre­ve si apre a suo nome un fa­scicolo presso il Casellario po­litico centrale. Nel novembre del ‘20, a 43 anni, viene eletto sindaco. Di quell'amministrazione interrotta nell'agosto del 22 dalla reazione fascista allo sciopero legalitario si ricorda che il primo cittadino, coerente con la linea di partito, profila ai congiunti dei caduti della Prima Guerra un referendum in me­rito alla costruzione di un mo­numento, ponendo in alternativa quella di un ospedale. Il 5 novembre del ‘22, a tre mesi dalla destituzione, viene posata la prima pietra dell’ospedale e scoperta la statua bronzea.
È lo stesso Emerenzio a delineare il clima degli anni seguenti. Benchè nel fascicolo del Casel­lario politico non vi siano ad­debiti sul suo conto, la polizia fascista lo sorveglia. Viene fatto oggetto di ammonimenti, inti­midazioni delazioni: non vacilla. Subisce, stando a memorie non scritte, l'incendio del ma­gazzino, sede della sua ditta. Si muove con cautela per senso di responsabilità verso famigliari e collaboratori, riprende la sua at­tività pur stremato economicamente. Quando nel ‘29, per la prematura scomparsa della moglie Ida, si trova a far fronte al pre­cario stato di salute della figlia Lina, ten­ta ogni soluzione pri­ma di cedere a quella dolorosa del ricovero in una struttura pub­blica.
Di li a poco un nuovo lutto, la morte del genero, colpisce la sfera dei suoi affetti ed egli ricrea con la figlia Jole e le due nipoti un nucleo familiare. Emerenzio ne diven­ta il perno, nonno incline all'ascolto, at­tento e affettuoso, severo ma aperto; amante di ogni forma d'arte e complice delle nipoti in viaggi improvvisati. Si è però alla vigilia di un nuovo conflit­to. Nei primi anni della Seconda Guerra la stretta fascista non si allenta. Dopo l'8 settembre Davalli, ora «il Cittadino», membro del CLN locale, si sposta sull'Appennino parmense dove si sta organizzando la Resisten­za Nell'arco di mesi a Cln di Salso assume la guida delle operazioni tra il Taro e l’Ongina Emerenzio ha 67 anni, qualche acciac­co, ma non esita a pren­dere parte ad azioni al fianco dei suoi «ragaz­zi».
È in pericolo, in ansia per la famiglia spesso «visitata» dalla SD ma spera. Giun­ge l'alba della Libera­zione. Il CLN lo nomina sinda­co: è il 5 maggio del ‘45. Nel suo discorso d'inse­diamento esprime gratitu­dine al dottor Bavagnoli che nei mesi della clande­stinità a rischio personale lo ha curato ospitandolo. Il 6 maggio è al funerale dei partigiani, commosso, in se­conda fila al Parco Mazzini.

elezioni davalli sindaco 1946Le elezioni del marzo '46 lo riconfermano: è un plebi­scito. E’ l’anno della Repub­blica e della Costituente, ma an­che quello in cui un decoratore della provincia emiliana di fede socialista può dire di essere stato l'ultimo sindaco prima del­l'avvento del fascismo e il primo dopo la Liberazione.
Si potrebbe chiudere ricordan­do la morte di Emerenzio Davalli, a Cesenatico, in un giorno di sole in cui si recava a far vi­sita ai bimbi salsesi in colonia. Si preferisce, invece, fermare la memoria a un momento prece­dente e privato: la partenza. Il sindaco a una delle nipoti che gli chiede di poterlo accompagnare in trasferta risponde con perentoria determinazione: «Vuoi che si dica che porto mia nipote al mare a spese del Co­mune?». La nipote era mia ma­dre.

Manuela Barani, pronipote di Emerenzio Davalli

Gazzetta di Parma - Domenica 14 agosto 2016
"EMERENZIO DAVALLI  EX SINDACO, IL 70º ANNIVERSARIO DELLA MORTE - Decoro e onestà  - Nato a Reggio Emilia nel 1877 giunse a Salso come decoratore. Partigiano, fu sindaco prima del fascismo e dopo la Liberazione"

In Via Milano tra Villa Fiorita e la casa vicino c'era l'officina Davalli pittore e decoratore molto noto a Salsomaggiore.

 

Tratto da
Fonte: https://www.musei.re.it
Nuova guida Salsomaggiore Mava 1937

 

 

  

Ritratto fotografico di Emerenzio Davalli, socio della Cooperativa pittoriRitratto a matita di Emerenzio Davalli con autografo e dedica eseguito da Cirillo Manicardi

 Ritratto fotografico di Emerenzio Davalli, socio della Cooperativa pittori      -       Ritratto a matita di Emerenzio Davalli con autografo e dedica eseguito da Cirillo Manicardi

Salsomaggiore 23 maggio 1928 - Parcella per lavori eseguiti nel palazzo della Chimica da Emerenzio Davalli e collaboratori

Salsomaggiore 23 maggio 1928 - Parcella per lavori eseguiti nel palazzo della Chimica da Emerenzio Davalli e collaboratori

Salsomaggiore 23 maggio 1928 - Parcella per lavori eseguiti nel palazzo della Chimica da Emerenzio Davalli e collaboratori

Cooperativa Pittori Decoratori Verniciatori e Imbianchini

Il 5 ottobre 1890, nella sede di via del Torrazzo, con rogito del Notaio Pedrelli, 14 soci fondatori danno vita alla “Cooperativa Pittori Decoratori Verniciatori e Imbianchini”. Tra le finalità dello statuto “togliere dallo sfruttamento degli imprenditori gli operai”, “garantire un miglior benessere sociale”, “provvedere alla formazione ed alla crescita professionale dei soci”. Sempre nello statuto si stabilisce che i soci “percepiscano, già in partenza, salari maggiorati del 25% rispetto a quelli dei dipendenti delle altre ditte private e partecipino alla suddivisione degli utili che non confluiscono nel capitale sociale”. In conformità alla ragione sociale troviamo, tra i soci, semplici imbianchini, decoratori ed artisti conosciuti ed apprezzati. Tra questi, nel corso del tempo, Augusto Mussini, Emidio Villa, Anselmo Govi, Walter Iotti. Tra i sindaci revisori Gaetano Chierici e Cirillo Manicardi.
Lo statuto fissa la durata della società ad un trentennio. Forse in quell’anno è la prudenza a fissare questo limite o forse è la speranza che il socialismo sia dietro l’angolo. A 123 anni dalla fondazione la cooperativa è ancora in vita e, sotto la nuova denominazione “Tecton”, ha contribuito al restauro del “Palazzo dei Musei”. (A.M.)

Olio di Augusto Mussini tra i soci fondatori della Coo­perativa Pittori e Decoratori di Reggio fondata nel 1890

Olio di Augusto Mussini, tra i soci fondatori della Coo­perativa Pittori e Decoratori di Reggio fondata nel 1890, in cui compare anche l'adolescente Davalli

Fonte:https://www.musei.re.it

 

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